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i caolini in commercio sono tutti uguali?

caolino

ulivo trattato con caolino

Con questo articolo vorrei addentrarmi meglio nell’analisi di alcuni caolini in commercio. Questi prodotti sono infatti utilizzati per combattere la mosca dell’olivo e per proteggere le piante dalle radiazioni solari ( ultravioletti ed infrarossi ) durante le estati torride.

Dopo aver utilizzato diversi tipi di materiale, ho voluto  far analizzare 5 campioni di marche diverse con la prova cieca ad un laboratorio accreditato per questo tipo di analisi in Germania.

Con i risultati delle  analisi a mie mani mi sono “divertito” a guardare con occhio critico le varie parti di cui sono composte.

La prima parte è incentrata sulle proprietà ottiche che vanno ad analizzare le percentuali di grado di bianco R457 ( cioè quanto é bianco il caolino) e di luminosità totale.

I parametri sono per 4 prodotti più o meno simili tranne uno che ha il parametro R457 più basso di un 20% e la luminosità totale che scende di un buon 10%.

La seconda parte va ad analizzare la riflessione solare . Tra i termini di raffronto della percentuale di UV vi mostro i seguenti risultati:

campione 1 UV % 76,3

campione 2 UV % 77,0

campione 3 UV % 56,7

campione 4 UV % 65,3

campione 5 UV % 93,8

Pure qui direi che ci sono significative differenze.

La terza parte tocca invece i residui del caolino: qui parliamo delle scorie maggiori di 45 micron e di 25 micron

Alcuni caolini hanno residui sostanzialmente nulli, altri invece hanno percentuali più alte.

L’assenza di questi é importante per evitare che gli ugelli degli strumenti usati per dare il caolino si intasino causando un danno economico all’olivicoltore.

Nella quarta parte viene analizzato il Ph al 10% come unità di misura di questi prodotti. Si va da valori che vanno dall’8,2 % al 5,3 %; uno però ha un valore del 13,1%. Un po’ altino come ph direi!

Nella sezione successiva che calcola la distribuzione delle dimensioni delle particelle con l’unità di misura di riferimento inferiore ai 2 micron abbiamo i seguenti parametri di riferimento:

campione 1 % 49

campione 2  % 85

campione 3 % campione nullo*

campione 4 % 55

campione 5  % 59

*Qui si ferma l’analisi del terzo campione. Il resoconto è in fondo all’articolo.

La percentuale di particelle al di sotto di 2 micron rappresenta bene la finezza delle singole parti di caolino: valori più alti rappresentano caolini più fini.

In agricoltura tutti i valori riportati, compresi fra il 50% e il 70%, sono utilizzabili senza problemi. Valori più bassi, dell’ordine del 30% al di sotto di 2 micron, rappresentano prodotti più grossolani, che in generale possono presentare anche residui più elevati. Valori più alti presentano invece particelle troppo fini, che non aderiscono bene alle superfici trattate.

 

ramo di ulivo dopo il trattamento con il caolino

 

Nelle tre parti finali abbiamo la composizione chimica dei 4 campioni, la composizione dei minerali e la percentuale di silice respirabile.

Inserisco le riflessioni del laboratorio sui campioni:

1 prodotto analizzato:

Si tratta di un buon caolino con elevato tenore di caolinite. Il grado di bianco è elevato, e anche la riflessione solare è molto buona. I residui al setaccio sono su valori accettabili.

Molto alto il contenuto in silice libera respirabile: per usare questo prodotto, è necessario usare la mascherina per proteggere le vie respiratorie.

Il contenuto in silice respirabile elevato deve essere indicato sulla confezione, in accordo con la normativa europea.

2 prodotto analizzato:

Le caratteristiche di grado di bianco e di riflessione della luce solare sono eccezionalmente buone.

I residui sono contenuti, ed è privo di silice respirabile. Tuttavia questo prodotto ha subìto un trattamento termico di calcinazione*, e pertanto non è compatibile con l’allegato 1 della normativa 834/2007 per l’agricoltura biologica: non può essere classificato come polvere di roccia trattata meccanicamente.

Inoltre questo caolino è miscelato con elevate percentuali di tensioattivo a base di sodio. Potrebbe trattarsi di Sodium Laureth Sulphate. In ogni caso i tensioattivi a base di sodio non risultano ammessi per l’impiego sull’agricoltura biologica.

Le particelle dei caolini calcinati tendono a raggrupparsi per formare piccoli agglomerati, ininfluenti per la presenza di residui, ma che presentano scarsissima adesione alle superfici trattate. Fenomeni atmosferici anche di bassa intensità tendono a dilavare il prodotto calcinato.

*Calcinazione: in chimica, il riscaldamento a temperatura elevata di composti o miscugli solidi per eliminarne l’acqua di combinazione o altre parti volatili, per decomporre sali termolabili, o per preparare un ossido da un metallo, ottenendo così un residuo stabile al calore.

3 prodotto analizzato:

Il prodotto presenta un grado di bianco molto basso, ed un altrettanto basso potere di riflessione della luce solare.

Non si tratta di caolino ma di un prodotto diverso probabilmente idrossido di rame. E’ un prodotto da maneggiare con le dovute precauzioni a causa del Ph estremamente elevato (caustico).

Può causare danni alla pelle, agli occhi, all’ambiente e all’uomo in generale.

Non è stato possibile effettuare analisi più approfondite, in quanto non rientra nella scala di misura degli strumenti utilizzati per le analisi del caolino.

4 prodotto analizzato:

Si tratta di un buon prodotto, con elevato tenore di caolinite, un buon grado di bianco ed un buon potere di riflessione della luce solare.

Il pH è nella norma, ed anche i valori di silice respirabile rientrano nei valori accettabili di uso senza protezioni per l’operatore.

I residui sono però molto elevati. I valori riscontrati fanno prevedere problemi di intasamento degli ugelli nelle fasi di utilizzo.

5 prodotto analizzato:

Il prodotto presenta un buon grado di bianco ed un elevato potere di riflessione della luce solare. Il ph è leggermente acido, ma nella norma, il tenore di caolinite è buono, ed il contenuto di silice rientra nei valori accettabili di uso senza protezioni per l’operatore.

I valori dei residui sono eccezionalmente buoni, direi  che è in generale il migliore fra i prodotti esaminati.

Considerando che questo prodotto si classifica su valori sempre elevati, pur non essendo il migliore in tutti i parametri, è certamente il caolino più equilibrato fra i campioni esaminati.

Concludendo direi proprio che i caolini che si trovano in commercio non sono sicuramente tutti uguali. Spesso sotto la dicitura di questo ottimo corroborante per le piante si trova anche altro.

Mi pare, ed è un mio personale pensiero, che come al solito in Italia ci sia poco controllo anche sui prodotti per agricoltura e che debba essere il consumatore finale ad essere edotto su ciò che andrà ad acquistare. Un prodotto come questo visto i costi che ha, ed i vantaggi che può apportare nella coltivazione, merita di essere maggiormente controllato e esplicato a chi voglia produrre un olio biologico.

Purtroppo oltre ai benefici che da nella lotta alla mosca e nella coltivazione in arido coltura, vanno valutate bene anche le caratteristiche negative.

Buon olio bio a tutti. 🙂

 

 

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