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Travasare l’olio: a cosa serve e come farlo

Il travaso dell'olio

Il travaso dell'olio

Scopri se anche tu sei tra le persone che fanno errori nel travasare l’olio. Leggi questi utili consigli che andiamo subito a trattare.

Produrre olio di oliva è molto faticoso, ma quando si vede uscire il “succo” delle nostre olive al frantoio la stanchezza  passa.

L’esplosione dei sentori dell’ olio e la visione di quel colore verde. Sono tutte immagini che tutti noi abbiamo sempre in mente.

Bottiglie scure per conservare l’olio e proteggerlo dalla luce.

 

Tutto inizia lì dove le olive vengono macinate. In frantoio infatti le drupe vengono lavorate e l’olio è il risultato di un anno di duro lavoro.

A questo punto però inizia la terza fase dopo coltivazione e molitura. Infatti la conservazione e lo stoccaggio sono  fondamentali per chiudere il cerchio di produzione dell’olio.

E’ sempre necessario adottare i giusti accorgimenti per non rovinare e soprattutto rallentare il degradamento naturale dell’evo.

Perchè è importante filtrare

L’olio dopo già qualche giorno dalla sua molitura rilascia  sempre dei sedimenti che si depositano sul fondo. Questi non sono altro che ” particelle vive ” che si trovano nel liquido e che vanno poi a precipitare sul fondo.

Per questo motivo andranno poi eliminate travasando o filtrando l’olio.

E’ importante capire che se al’inizio questi sedimenti non provocano nessun problema già dopo qualche mese iniziano lentamente a fermentare. Ciò crea piano piano irrancimento e fa incrementare l’acidità . Tutto aumenta maggiormente se le temperature iniziano a salire.

I sistemi di filtraggio usati sono molti. Si parte da quelli tradizionali fai da te con cotone o ovatta messa nell’imbuto che si usano per decantare. Si arriva poi ad attrezzi professionali con filtri a cartone usati da medi e grossi produttori.

Ognuno di noi cerca nella sua realtà di procedere come meglio può per conservare e valorizzare al meglio il suo oro verde.

Molti privati e piccoli produttori riescono ancora con la decantazione a effettuare questo passaggio obbligatorio magari usando anche solo un  imbuto con filtro incorporato come questo (che è possibile comprare su Amazon) .

Io personalmente ho sempre fatto un filtraggio per decantazione a circa 20 giorni dalla macinazione delle olive e poi un successivo travaso per eliminare i sedimenti verso febbraio/marzo quando le temperature ad aumentare .

Non vi nascondo che quando ero agli inizi nel mio viaggio in questo stupendo mondo dell’olio ho spesso fatto molti errori.

A volte infatti all’inizio mi capitava di dimenticarmi di travasare qualche damigiana di olio. Dopo aver capito che quell’olio non era più buono come prima ma anzi iniziava a irrancidire, ho iniziato a fare decantazione prima e filtraggio successivamente a calendario. In fondo è facile basta organizzarsi fissando la scadenza in cui farlo.

I bidoni di acciaio con rubinetto sono perfetti per travasare l’olio e per conservarlo.

Regole di conservazione dell’olio

La temperatura ideale di conservazione è intorno ai 16 gradi ovviamente in recipienti di acciaio o di vetro scuro in cui ci sia poco spazio per l’aria. Infatti il contatto con l’ossigeno aumenta il  suo naturale  processo di decomposizione.

Sono molti gli olivicultori che ora si sono organizzati per mantenere l’olio sotto azoto invece che a contatto con l’aria . Viene fatto soprattutto da chi esporta all’estero e cerca con questo sistema di mettere al riparo il suo olio da sbalzi di temperatura che possono esserci nei lunghi trasporti.

Se non avete ancora mezzi così moderni è importante comunque eseguire poche e semplici regole.

Vediamole nel dettaglio:

Cercare di lasciare sempre pochissima aria nel recipiente in cui questo viene conservato. Fare ciò permette di rallentare il ciclo naturale di degradazione che l’ossigeno innesca. 

Tenere al riparo dalla luce diretta possibilmente usando bidoni chiusi con rubinetto (link su Amazon) o recipienti e bottiglie di vetro scuro.

Verificare che durante l’anno la temperatura sia costante e che quindi in inverno non scenda sotto i 10 gradi o d’estate non superi i 18. Entrambi gli sbalzi deteriorano l’olio.

Eliminare i naturali sedimenti che l’olio fa già dopo 20 giorni usciti dal frantoio;

Tenere l’evo in un luogo asettico in cui non ci siano solventi, carburanti o altri inquinanti. L’olio è infatti una spugna; basta poco perchè assorba odori rovinandosi.

Conclusioni finali

Questi piccoli accorgimenti di cui abbiamo parlato sono necessari per non compromettere le principali qualità organolettiche e non rischiare di difettare il nostro olio .

Se siamo dei privati appassionati avremo rovinato il lavoro e avremo un olio che perderà antiossidanti e il gusto che ci piace tanto.

Se siamo invece produttori  rischieremo di vendere un olio difettato con tutti i rischi e le sanzioni pecuniarie che la legge stabilisce.

Avremo un grosso danno economico trovandoci con un olio di categoria merceologica inferiore all’extra vergine di oliva. Tutti rischi che possiamo facilmente evitare organizzandoci per tempo con cura ed attenzione.

Buon olio bio a tutti! 🙂

 

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