Site icon Coltivare gli ulivi in maniera biologica e naturale

la fertilità del suolo

letame e uliveto

la fertilità del suolo è molto importante in uliveto.

La fertilità del suolo è un argomento troppo importante per non riparlarne ancora. Vediamo con questo articolo di continuare il percorso per il suo ottenimento in agricoltura biologica e naturale.

Recentemente ad un corso che ho frequentato ne ha proferito ampiamente il professore Giorgio Panelli.

Si è iniziato a trattare  di ulivi partendo proprio da qui.

Il primo argomento toccato è stato infatti la perdita di fertilità. Il continuo e massiccio uso di frese ha negli ultimi decenni depauperato notevolmente la sostanza organica del terreno. Ciò ha  causato generalmente un impoverimento biologico.

Le lavorazioni del terreno ,a dispetto del comune pensiero  che servano ad ammorbidirlo , fanno invece risalire la sostanza organica verso l’alto . Questa  venendo a contatto con aria e sole si riduce ancora di più. Le fresature inoltre  rendono la terra molto fine e questo fa si che le particelle  più sottili finiscano sul fondo di lavorazione rendendolo così impermeabile all’acqua.

Le piante spontanee possono da nemiche diventare nostre alleate per l’apporto che danno una volta trinciate . Per tutte le proprietà dell’inerbimento leggi l’articolo in cui le abbiamo analizzate cliccando qui.

In Spagna negli anni ’80 si credeva che il diserbo fosse la nuova rivoluzione in olivicoltura per permettere un risparmio sui costi di lavorazione. Alcuni decenni dopo l’uso di questa pessima pratica ci si accorse  dei grossi problemi che portava. Le piante spontanee sparivano e la fertilità fisica e biologica diminuiva arrivando quasi alla desertificazione.

Negli uliveti in cui si pratica l’inerbimento e la trinciatura degli scarti di potatura si ha un terreno più florido dove la materia organica lentamente aumenta. Le trinciature apportano infatti lo 0,1% di humus in più ogni anno e al secondo anno di questa pratica il circolo virtuoso è già attivo. Fosforo e potassio che togliamo con le potature vengono rilasciati nuovamente nel terreno tritando i rami tagliati e riportando il piatto della bilancia  verso valori quasi positivi .

Questa pacciamatura ha la funzione di isolante termico e di ombreggiante del terreno  nei mesi estivi .L’ aiuto che da a trattenere e ad assorbire meglio le piogge è evidente già dopo un anno  . La fertilità del suolo migliora e ovviamente anche il fenomeno del ruscellamento viene arginato.

Il suolo  inerbito infatti grazie agli aggregati strutturali e alle radici delle piante permette meglio alla pioggia di entrare e di soffermarsi nella terra. Dove c’è un territorio con l’erba che cresce c’è maggiore vita biologica.

Per aumentare la fertilità del suolo è buona norma trinciare gli scarti di potatura invece che bruciarli. Questi hanno un alto contenuto di lignina e di cellulosa . Degradandosi  assieme all’erba sfalciata diventeranno humus .  Le trinciature degli scarti  apportano molto fosforo e potassio ridando al terreno ciò che abbiamo tolto con le potature. Purtroppo l’apporto di azoto è molto basso ed è opportuno integrare questo “trinciato” con un prodotto che rifornisca di questo minerale che viene consumato dalla pianta durante le varie fasi , sia vegetativa che  produttiva.

La tabella sotto ci fa subito rendere conto di cosa stiamo parlando.

Ripartizione percentuale del fabbisogno annuale di azoto, fosforo e potassio da parte di piante di olivo nelle diverse fasi del ciclo annuale (4° anno dall’ impianto).

 

Possiamo  usare per questo scopo la cornunghia , la farina di lupini, il letame o il letame  compostato che ha un migliore assorbimento nel terreno,l’humus di lomnbrichi,m le cover crops e nello specifico quelle azoto fissatrici e tanti altri ammendanti come la farina di carne, gli scarti di pellame, il sangue bovino, etc etc , che in sinergia tra di loro possono far riequilibrare il fabbisogno di questo macroelemento per l’uliveto .

Sarebbe una buona norma però partire dal terreno facendo un analisi completa e capire su cosa possiamo lavorare per migliorare la fertilità del suolo . L’ideale sarebbe un’ analisi chimica, fisica  e di sostanza organica con i metodi di oscillazione in modo tale da poter essere facilmente compresi anche da chi non è un tecnico del settore.

Sicuramente curare il terreno è importante quanto curare la potatura. La pianta è infatti in equilibrio tra apparato radicale ( assorbimento di sali minerali e acqua ) e chioma ( fotosintesi ). Non dimentichiamolo mai.

Buon olio bio a tutti.

 

 

 

 

Fonti :corso di Giorgio Pannelli

Foto di copertina: Matteo Renzulli

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