Site icon Coltivare gli ulivi in maniera biologica e naturale

olio prodotto: possiamo tirare le somme

Potatura di rimonda

Tagliare troppo non serve

Nei periodi di pausa tra la raccolta e il periodo che precede le potature si ha sicuramente tempo per poter ragionare sull’ olio prodotto, e su eventuali errori commessi o problematiche riscontrate. Se non abbiamo avuto produzione o comunque ne abbiamo avuto scarsa, vale la pena analizzare tutto il ciclo produttivo del nostro uliveto.

Questa analisi servirà per trovare i punti critici, cercare di rimediare quindi ad eventuali carenze e riportare l’uliveto nuovamente in produzione. Ci sono infatti tante buone pratiche agronomiche con cui possiamo intervenire aiutando la natura a fruttificare in maniera più abbondante.

A mio modesto parere non esiste un prodotto miracoloso per fare ciò come qualcuno crede comprando qualche nuovo ” concime miracoloso”. Serve perseveranza nelle nostre operazioni colturali soprattutto per chi fa e crede in metodi biologici e naturali . La regola è :dobbiamo operare con costanza. Meglio poco e spesso che tanto una volta l’anno.

Direi di dare quindi uno sguardo generale al ciclo produttivo.

Se gli ulivi a fine primavera hanno fioriture scarse e spesso molta alternanza di produzione (un anno si ed uno no ) possiamo darci da fare con delle buone concimazioni. Possiamo farle in tutto il periodo tardo autunnale ( da fine raccolta ), invernale e primaverile con prodotti opportuni e che non vanno ad inquinare le falde acquifere o a modificare l’attività vegetativa dell’ulivo.

Io inizio sempre a farle il prima possibile facendo il modo che gli agenti atmosferici e tutta la biosfera  abbiano il giusto tempo per degradarli e farli assimilare al terreno. Vedi articolo dettagliato sulle  concimazioni .

Altro fattore da tenere presente prima della fioritura è sicuramente la potatura. Dobbiamo  valutare se il nostro modo di potare non sia eccessivo e troppo invasivo rispetto alla fisiologia dell’ulivo. La potatura dovrebbe  servire a ridurre l’alternanza di produzione  ( vedi articolo approfondito sulla potatura ) piuttosto che a crearla!

Le potature severe e sbagliate come questa aumentano l’alternanza di produzione e costringono l’ulivo a cercare di ripristinare l’equilibrio chioma radici.

Una potatura leggera o di rimonda può essere fatta per eliminare eventuali rami che presentano evidenti defogliazioni e che ci fanno capire di aver già prodotto.

Pochi tagli per permettere ai nuovi rami fruttiferi di riempirsi di olive e far indirizzare nel modo giusto la linfa dall’albero ( potatura di produzione ).

una potatura di rimonda deve permettere e aiutare la fruttificazione

 

Prima della fioritura quando vediamo le nuove e piccole foglioline verdi si può fare un trattamento fogliare con micro elementi associati a rame o propoli ( vedi articolo dettagliato ).

Questa è un’ ottima premessa per aiutare l’uliveto nella fase finale ad esplodere con una copiosa fioritura. La presenza di propoli e rame ci permettono una minima copertura e prevenzione contro alcune malattie come il cicloconio od occhio di pavone, la fumaggine, la rogna e la cocciniglia mezzo grano di pepe.

Durante la comparsa dei fiori noi umani poco possiamo se non ben sperare in buone condizioni climatiche senza pioggia, vento forte ed altri fattori meteo avversi.

Nella stagione scorsa sono stato vittima di temperature eccessive che mi hanno causato una copiosa cascola delle mignole bruciandomi quasi un  30% di produzione. Su quello sono stato impotente, ma  aver avuto un’ abbondante fioritura mi ha aiutato lo stesso ad avere una discreta annata.

Durante l’estate abbiamo diverse cose da monitorare e cercare di far filare liscie per portare il risultato a casa. Come avversità da tenere presenti abbiamo principalmente la tignola e la mosca dell’olivo.

La tignola colpisce per fortuna solo alcune zone ed è facilmente individuabile visto come si manifesta (la tignola dell’olivo ).

Per la Bactrocera oleae possiamo intervenire con il caolino. Sul caolino mi soffermo pochissimo visto quanto ne ho già palato. Per chi vuole approfondire l’argomento metto il link dell’apposita sezione del blog.

Voglio solo ribadire la suo ottima copertura (pari al 99% )  contro questo odioso insetto e le sue stupende performance contro il caldo e gli effetti dei raggi ultravioletti soprattutto negli oliveti in arido coltura.

Ovviamente in annate siccitose come quelle dell’anno scorso sarebbe bene poter effettuare delle irrigazioni minime in modo tale da poter praticare uno stress idrico controllato . Questo per limitare le perdite  del nostro raccolto ed al contempo ridurre le influenze negative della siccità su piante e qualità dell’olio. Oli prodotti con questa tecnica hanno infatti un grado alto di  contenuto fenolico ed un’alta percentuale di aromi e sentori come “floreale” ed “erbaceo”.

Questo per il neofita è a grandi linee un primo schema da tenere sempre a mente, una volta appreso ci si può addentrare meglio vedendo come curare bene ogni piccolo altro particolare.

Bene che alto dire? Vi auguro un buon olio bio con questa immagine del mio “oro ” verde prodotto da cultivar taggiasca!

olio prodotto a Imperia.

 

 

 

 

 

Due foto del presente articolo sono dell’uliveto di Jury Presenti.
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